Alberto Maria Prina


ARCHITETTURE SILENZIOSE

Una sospensione di tempo e spazio, dove il mondo esterno è percepito con stupore e straniamento. I paesaggi mostrano una realtà che solo apparentemente assomiglia a quella che noi conosciamo. Le scene industriali, che trovano radici nella città natale dell'artista, hanno un aspetto vuoto e dilatato; in esse domina l'assenza di vita e il silenzio.
(segue)

IL FIORDO
acrilico su tela 80x100
MAPPA
olio su tela 25x20
ARABIANA
acrilico, 46x55
DOCKS
2015, acrilico su tela 80x100
PERIFERIA
acrilico su tela 50x70
PROSPETTIVA
acrilico su tavola 60x60
LUNARE
acrilico su tavola 76x57
GRANDE NOTTURNO
acrilico su masonite 80x90
NORD EST
acrilico su carta 21x30
CAMPAGNA
acrilico su tela 80x100
LOSINJ
acrilico su carta 23x30
ATTESA
acrilico su tavola 75x75
PAESAGGIO
acrilico su cartoncino 18x19,5
ALCHIMIA
acrilico su Shoeller 85x100
DARSENA
acrilico su carta 70x100
FARM
acrilico su masonite 75x100
HANGAR
acrilico su tela 50x70
LA PLACE MISTERIEUSE
acrilico su carta 25x31
PAESAGGIO ITALIANO
acrilico su carta 25x31
STUDIOLO DI PACIOLI
acrilico su carta 25x31

Le costruzioni, insolite ma non bizzarre, sembrano perfettamente costruite, anche se il senso ci sfugge. Sotto uno sguardo più attento la luce ci appare irreale, gli oggetti e il cielo sono imbevuti di tinte innaturali, mostrandoci una nuova dimensione della realtà. È qui che troviamo il senso meta-fisico, dove le architetture sono al di là delle cose identificabili, segreto della sua poetica.

I riferimenti alla pittura metafisica sono evidenti nella volontà di catturare un attimo senza tempo, dove le cose e gli spazi si pietrificano per sempre. L'uso di false prospettive di medioevale memoria, avvicina Prina alla dimensione della pittura antica; accenni all'arte di Sironi degli anni Venti e inizi Trenta si trovano nella progressiva eliminazione di ogni elemento decorativo, nel senso di vuoto e solitudine, sottolineato da colori delicati e da pennellate sintetiche.

Le opere sono dei racconti, ricchi di simboli alchemici recuperati dal passato, assemblati in architetture senza tempo, da cui si percepisce il suono del silenzio e quell'ineluttabilità tipica del sogno. Il recupero del passato si lega alla vena contemporanea dell'artista, che si dichiara post antico, come aveva fatto prima di lui il celebre architetto Aldo Rossi, da cui Prina eredita il culto della geometria e della memoria.

Federica Morandi